Po-po-po porno alle cinque del pomeriggio
Dunque il compito per casa era molto chiaro. Obiettivi: non avere reticenze, ostacoli interiori, pregiudizi nè sensi di colpa, limitazioni, preconcetti o tabù. Se vuoi diventare consulente sessuale, devi iniziare da qui.
"Redigere relazione sugli aspetti emozionali e comportamentali durante l'acquisto di una rivista pornografica, la sua lettura e analisi".
Tecnico scientifico, il tema sarebbe stato uno degli argomenti mai trattati prima dalla sottoscritta neofita scrittrice.
La strategia doveva essere innanzitutto l'individuazione dell'edicola X ma ancor più dell'edicolante Y. Lontano da casa, identikit se possibile a impronta femminile, magari giovane (più comprensibile ?) e con esperienza di counseling. No, forse no. Forse era meglio un anziano, che sicuramente negli anni antecedenti a internet ne aveva vendute un sacco di quelle riviste, e magari sperare che l'edicola fosse sotto casa, per far sembrare la cosa più naturale e trasparente possibile. Oppure la terza opzione. Ma molto rischiosa. Andare nell'edicola affollata dell'ipermercato, alle cinque e trenta, o due minuti prima della chiusura, quando nessuno si sarebbe mai accorto di nulla tranne l'edicolante. O, in caso contrario, almeno un centinaio di persone tramite passaparola nell'arte del gossipare, divertimento snobistico per alcuni.
Sono partita con la mascherina che mi arrivava fino alle ciglia. E un corso di semiotica sotto braccio, fatto in velocità su you tube nel tragitto casa-edicola. Per chi non sapesse cos'è, trattasi della scienza generale dei segni.
Il collo del cappotto mi avvolgeva fino a quasi strozzarmi. Tutta colpa dell'ansia pensavo. Raggiunsi l'ipermercato della città con la lentezza di un bradipo. Studiavo tra me e me le frasi da dire. La semantica mi veniva in aiuto. L'edicolante aveva un paio di occhiali che continuavano ad appannarsi ad ogni espirazione. Accidenti a me che non li ho indossati. Sarei stata irriconoscibile. Quindi entrai disinvolta. Si fa per dire. Avrei voluto essere sfrontata, sicura e naturale. Buttai lo sguardo negli angoli più reconditi del negozio, tra pile ammonticchiate di riviste ormai scadute, dietro ai giornali di arredo casa e di fianco alle riviste di gossip. Ma.. la Gregoraci al Grande Fratello?
"Redigere relazione sugli aspetti emozionali e comportamentali durante l'acquisto di una rivista pornografica, la sua lettura e analisi".
Tecnico scientifico, il tema sarebbe stato uno degli argomenti mai trattati prima dalla sottoscritta neofita scrittrice.
La strategia doveva essere innanzitutto l'individuazione dell'edicola X ma ancor più dell'edicolante Y. Lontano da casa, identikit se possibile a impronta femminile, magari giovane (più comprensibile ?) e con esperienza di counseling. No, forse no. Forse era meglio un anziano, che sicuramente negli anni antecedenti a internet ne aveva vendute un sacco di quelle riviste, e magari sperare che l'edicola fosse sotto casa, per far sembrare la cosa più naturale e trasparente possibile. Oppure la terza opzione. Ma molto rischiosa. Andare nell'edicola affollata dell'ipermercato, alle cinque e trenta, o due minuti prima della chiusura, quando nessuno si sarebbe mai accorto di nulla tranne l'edicolante. O, in caso contrario, almeno un centinaio di persone tramite passaparola nell'arte del gossipare, divertimento snobistico per alcuni.
Sono partita con la mascherina che mi arrivava fino alle ciglia. E un corso di semiotica sotto braccio, fatto in velocità su you tube nel tragitto casa-edicola. Per chi non sapesse cos'è, trattasi della scienza generale dei segni.
Il collo del cappotto mi avvolgeva fino a quasi strozzarmi. Tutta colpa dell'ansia pensavo. Raggiunsi l'ipermercato della città con la lentezza di un bradipo. Studiavo tra me e me le frasi da dire. La semantica mi veniva in aiuto. L'edicolante aveva un paio di occhiali che continuavano ad appannarsi ad ogni espirazione. Accidenti a me che non li ho indossati. Sarei stata irriconoscibile. Quindi entrai disinvolta. Si fa per dire. Avrei voluto essere sfrontata, sicura e naturale. Buttai lo sguardo negli angoli più reconditi del negozio, tra pile ammonticchiate di riviste ormai scadute, dietro ai giornali di arredo casa e di fianco alle riviste di gossip. Ma.. la Gregoraci al Grande Fratello?
Nulla da fare. I giornali pornografici non c'erano. Che esista ancora qualcuno che li legge? Dai dati si evince, pensate, che il 15% di tutti i siti internet siano di pornografia ! Bene, me ne vado, pensai. Così avrò la scusa per dire al mio professore che non esistono più riviste simili in giro per la città. La carta stampata è obsoleta.
Mentre trafficavo con il cellulare che, criminale, mi chiamava all'interno della borsa, buttai due occhi dietro ai quotidiani. C'era una specie di cassettone con un espositore in ferro marrone poco in vista. Non conoscendo i titoli cercavo di riconoscerne la specificità scrutando le copertine. Non vi dico cosa cercavano le mie pupille. Un pezzetto di pelle rosa mi comparve appena. Forse un fondoschiena maschile svestito di tutto punto diresse i vettori di punta proprio là.
E' lui.
Eccolo, "è quello il giornale che mi serve", dissi all'edicolante. Lui ovviamente mi guardò attonito. O almeno credo, dato che con i suoi occhiali appannati mi sembrava di parlare con due fondi di bottiglia. Dalla mascherina gli spuntavano i baffi pelosi, a manubrio, sul lato.
Glielo dico che sono iscritta alla scuola di sessuologia e devo fare i compiti per casa? O mi guarderebbe sbieco replicando "eh sì signora, dicono tutti così" ?
Che imbarazzo folle. Se avessi potuto sprofondare tra i mucchi di libretti da colorare lo avrei fatto. Mi sarei fatta piccina piccina e sarei fuggita con Alice nel paese delle Meraviglie e il Cappellaio Matto insieme ai Maneskin nella canzone.
"Avrei bisogno di acquistare una rivista pornografica". La mia voce pacata sembrava chiedere un etto di prosciutto e due di mortadella mentre riflettevo sulla pornografia di massa. A questa specie di passatempo che spoglia l’erotismo del suo potere sovversivo e sostiene l’idea che tutto è merce e che il commercio provvede a tutti i bisogni. Dove andremo a finire? Ma questo è un mio pensiero.
Il signore con l'occhiale disappannato spostò il bancone senza proferire parola ed estrasse una decina di riviste stendendole una ad una davanti ai miei occhi. Io, come una ladra, mi guardavo intorno, e scrutavo l'ingresso. Se fosse entrato qualcuno in quel momento mi sarei sentita male. Gli chiedo consigli o scelgo la prima che mi capita? Ne sfoglio qualcuna o vado a "sensazione"? E se poi mi considera una vogliosa quarantenne dalle fantasie trasgressive? Che anche se fosse vero, magari vorrei condividerlo solo con il mio partner no? Avete notato che i rapporti sessuali classici sono stati da molto tempo sostituiti dalle diverse sessualità atipiche, che le pratiche violente, i primi piani sugli organi genitali, la distensione degli orifizi o l’iperealtà gineco-chirurgica hanno reso anarchica la pornografia?. Una pornografia esagerata, estremista e sempre più insoddisfacente in questa ricerca dell'oltre. E ancora non basta. Ma il termine oltre deve essere un contenitore, sta noi metterci dentro quello che riteniamo sia un limite e cercare di non superarlo.
Mentre trafficavo con il cellulare che, criminale, mi chiamava all'interno della borsa, buttai due occhi dietro ai quotidiani. C'era una specie di cassettone con un espositore in ferro marrone poco in vista. Non conoscendo i titoli cercavo di riconoscerne la specificità scrutando le copertine. Non vi dico cosa cercavano le mie pupille. Un pezzetto di pelle rosa mi comparve appena. Forse un fondoschiena maschile svestito di tutto punto diresse i vettori di punta proprio là.
E' lui.
Eccolo, "è quello il giornale che mi serve", dissi all'edicolante. Lui ovviamente mi guardò attonito. O almeno credo, dato che con i suoi occhiali appannati mi sembrava di parlare con due fondi di bottiglia. Dalla mascherina gli spuntavano i baffi pelosi, a manubrio, sul lato.
Glielo dico che sono iscritta alla scuola di sessuologia e devo fare i compiti per casa? O mi guarderebbe sbieco replicando "eh sì signora, dicono tutti così" ?
Che imbarazzo folle. Se avessi potuto sprofondare tra i mucchi di libretti da colorare lo avrei fatto. Mi sarei fatta piccina piccina e sarei fuggita con Alice nel paese delle Meraviglie e il Cappellaio Matto insieme ai Maneskin nella canzone.
"Avrei bisogno di acquistare una rivista pornografica". La mia voce pacata sembrava chiedere un etto di prosciutto e due di mortadella mentre riflettevo sulla pornografia di massa. A questa specie di passatempo che spoglia l’erotismo del suo potere sovversivo e sostiene l’idea che tutto è merce e che il commercio provvede a tutti i bisogni. Dove andremo a finire? Ma questo è un mio pensiero.
Il signore con l'occhiale disappannato spostò il bancone senza proferire parola ed estrasse una decina di riviste stendendole una ad una davanti ai miei occhi. Io, come una ladra, mi guardavo intorno, e scrutavo l'ingresso. Se fosse entrato qualcuno in quel momento mi sarei sentita male. Gli chiedo consigli o scelgo la prima che mi capita? Ne sfoglio qualcuna o vado a "sensazione"? E se poi mi considera una vogliosa quarantenne dalle fantasie trasgressive? Che anche se fosse vero, magari vorrei condividerlo solo con il mio partner no? Avete notato che i rapporti sessuali classici sono stati da molto tempo sostituiti dalle diverse sessualità atipiche, che le pratiche violente, i primi piani sugli organi genitali, la distensione degli orifizi o l’iperealtà gineco-chirurgica hanno reso anarchica la pornografia?. Una pornografia esagerata, estremista e sempre più insoddisfacente in questa ricerca dell'oltre. E ancora non basta. Ma il termine oltre deve essere un contenitore, sta noi metterci dentro quello che riteniamo sia un limite e cercare di non superarlo.
Scelsi il fondoschiena marmoreo in piedi di fronte ad una .. forse un... no era una lei... no un lui.. beh insomma, in piedi statuario a gambe aperte.
Sei euro e cinquanta.
Lo cacciai in borsa come se avessi commesso un terribile peccato. Però ho riflettuto su quante inibizioni e blocchi psichici abbiamo, forse noi donne più che gli uomini. In un campo che è il più esplorato e conosciuto al mondo ancora viviamo con vergogna aspetti della sessualità. Sono felice di aver provato questa esperienza. Mi porta l'attenzione su aspetti culturali e ambientali che caratterizzano poi la nostra stessa sessualità, le scelte che facciamo e le esperienze che proveremo. E giustamente non puoi essere un consulente sessuale se non consideri la sessualità come un atto naturale, fisiologico e dall'azione potente su tutto il sistema nervoso ed endocrino. O passatempo simpatico e utile, termometro della coppia, esplosione dell'amore e mezzo di procreazione. E perchè no, trasgressivo diletto. E ricordiamo che la pornografia purtroppo (o per fortuna?), è stata da sempre la prima forma di informazione sessuale dei giovani. Ma pochi hanno pensato ad una alternativa. Quanto cambierà ancora ?
Tra un paio d'anni prenderò il diploma. Ve lo saprò dire.
l'articolo è stato pubblicato sul quotidiano on line Oggi Treviso
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