Estetica genitale nel cyber sex del mondo senza pelo
Saranno felici le estetiste specializzate nel taglio geometrico dei peli pubici. Catalizzatrici di creatività, come le difinirebbe Willy Pasini, accontentano il desiderio di seduzione di moltissime donne. Ce le presenta il cyber sex le mode del momento. Luoghi virtuali in cui chiunque può accedere e trovare giovamento dal guardare, chattare o filmare una attività sessuale. Tutto ormai è accessibile, pret a porter, direbbe qualcuno, e condizionante, dato che l'occhio femminile (e anche maschile) cade sempre su quel triangolo delle bermuda da rasare a zero, a striscetta, a rettangolo, a trapezio o a punta, ad ali di gabbiano o di rondine, o da lasciare, come negli anni sessanta, selvaggio e popolato, secondo un ritorno vintage very cool.
Anche se gli antichi egizi praticavano la depilazione con il miele, in alcuni affreschi, i peli pubici sono ben rappresentati, soprattutto nelle donne più che negli uomini. Quella della depilazione era una sorta di "seduzione liquida" direbbe il sociologo Zygmunt, in continuo cambiamento.
L'estetica genitale ci viene imposta da modelli che lasciano a volte solo un senso di inadeguatezza e bruttura. Lo dice anche Gioia, all'ennesimo strappo urlante dietro la porta: "non ne possiamo più. E' una mancanza di libertà. I nostri partner sono ancor più condizionati da questi canoni moderni e magari loro nemmeno ci pensano a fare un po' di luce nel loro bosco oscuro e intricato, pieno di peli insomma. E ciò condiziona anche noi".
Si avvicina a me sapendo che vorrei intervistarla. Non vuole sdoppiarsi Gioia, eppure è costretta a vestire panni non suoi, quella delle figurine che il suo partner colleziona. Per essere più seduttiva, più attraente, per sentirsi desiderata, come in una regola aurea, un'equazione matematica, che invece di caricarla di eccitazione positiva la fa sentire sbilanciata e inquieta.
Nel centro estetico osservo da un po' e con minuzia di particolari ogni donna che entra. E' un gioco che mi piace moltissimo, fa parte della mia creatività. Come quella signora sui sessanta, avvolta dal cappotto lungo fino ai piedi in ciabatte di pelo, rigorosamente senza calze e con un cappello nero incastrato sulla fronte, che le copre le sopracciglia. Lei non ne ha più di peli mi dice. Nemmeno sull'arcata sopraccigliare. "A forza di tagliarli hanno smesso di crescere". Si dice fiera di essere così, glabra e moderna là sotto. Ha iniziato a vent'anni, controtendenza, quando l'estetica genitale era tutt'altro che un monte di venere liscio, lucido e morbido. Quando le tempeste emotive erano vampate pericolose.
La signora giovane, seduta sul puff rosa maialino indossa un paio di pantaloni in jeans aderenti come collant. Mi avvicino. "Non potrei fare a meno dei miei peli, mio marito me ne farebbe incollare di finti". Bisbiglia piano, sottovoce, come per non farsi sentire dalle altre. Incolta, la sua vagina non subisce sforbiciate da molto tempo, confessa. "La vuole così", aggiunge. "E lei è d'accordo?", chiedo curiosa. "Beh è un bel risparmio di denaro!!!", Aggiunge ridendo. Le stava sfuggendo l'esatta inclinazione di quella frase. La vuole così lui. L'uomo con cui sta vuole e può. Lo dice anche il detto.
La mia matita continua a prendere appunti mentre la mia testa vola sulle considerazioni generazionali. Oggi la seduzione mette in gioco il corpo prima del contenuto cerebrale, passa attraverso l'esteriorità, si snoda nell'atteggiamento e negli intrecci di sguardi, nella pendenza di un busto, nella lunghezza di un collo; penzola da orecchini e bijou, su scollature vedo e non vedo, si intreccia nelle dita tra i capelli e finisce anche là sotto, in una precisa estetica genitale. Mi auguro solamente che le donne continuino a scegliere esercizi di stile e di classe, che le rendano attraenti ma libere, immuni dai condizionamenti. Forse dovremmo partire dagli uomini che si perdono nel labirinto del cyber sex, insegnando loro che non è un ano sbiancato, un piercing sul clitoride o un taglio di peli a coda di rondine a rendere le donne seducenti, ma un articolato gioco che si impara da vestite, con o senza orpelli inanimati. Face to face, vis a vis, skin to skin, senza schermi di mezzo.
L'articolo è stato pubblicato on line sul quotidiano Oggi Treviso
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