Castelfranco Veneto è uno strumento che bisogna saper suonare !

Eppure io da bambina preferivo di gran lunga Treviso città. Ma quando mia madre mi accompagnò al mercato di Castelfranco per la prima volta, ad intenerirmi il cuore sono state le primule della bancarella dei fiori all'inizio della mercato, la frutta fresca e succosa dei banchetti intorno al fossato e i furgoncini di formaggi, stipati vicino al Paveion, oggi Bar Borsa. Un tuffo nel passato medioevale. All'amore non si comanda ed ecco perchè vi tocca la mia passione per Castelfranco.
Ho abitato in centro e fuori centro, ma quando hai annusato la storia, contando mattone dopo mattone del castello prima di addormentarti, non ne puoi più fare a meno.
C'è sempre qualcosa da avvistare tra le viuzze del XIII secolo. Basta fare quattro passi con il naso all'insù e si rimane catturati anche solo dai nomi delle vie. Da "Via Caterina Cornaro", al "Vicolo dei vetri", dove potete scovare lo studiolo, luogo di meditazione, scrittura, pensiero e scambio culturale ai tempi del Giorgione (metà 1400 inizio 1500), fino al Vicolo del paradiso, di fronte al Teatro Accademico, una stretta viuzza che custodisce peccaminosi segreti. Eh lo sapeva bene Francesco Maria Preti, costruttore del Teatro, che le meretrici su quella viuzza, dovevano indossare un copricapo rosso, per farsi riconoscere.
Castelfranco è la mia fonte d'ispirazione per le storie che scrivo, i racconti, le riflessioni.
La storia di questa città rimane incastonata nei vecchi marciapiedi in porfido, nelle scalinate centenarie, nei parchi curati e nelle statue del fossato, che tanto hanno visto.
Puoi seguire un percorso indiavolato quando vuoi inanellare in poche ore la visita al castello, alla torre civica, al Palazzo Riccati, o Costanzo, al teatro Accademico, a Casa Barbarella e Casa Giorgione... e tanto altro, oppure più sentimentale, con la visita alle ville del circondario.
Ma nella novità dei piccoli e stretti passaggi tra le case castellane, si nasconde qualcosa di più seducente del piacere di girovagare tra il silenzio: il lungo porticato affacciato su Piazza Giorgione. Botteghe traboccanti di lussuose meraviglie, opulenza scintillante di tessuti, negozi di abiti e maglioni, collocati secondo l'antica postazione rinascimentale. E ancora profumerie, gioiellerie, boutique di calzature. Una vera passerella effimera di "arte urbana" direbbe la Dandini.
E per stare nel tema dell'arte, "Le Trame di Giorgione", la mostra aperta dal 27 ottobre al prossimo 4 marzo 2018, nella casa di Giorgione, accanto al Duomo, ci racconta la storia di tre secoli di capolavori della grande pittura veneta, e dei ricchi tessuti del tempo. Merita una visita.
Alcune opere, aventi per tema il ritratto, diventano la storia del costume nell'ambiente castellano, che ancora oggi conserva la tradizione del "bello". E l'arte può davvero aiutare la gente a vivere insieme nella gioia.
Se vi avviate verso il cuore del castello, incrocerete due fontane d'inchiostro. Le definisco così le due librerie nate da poco, ma che danno valore alla Castelfranco della cultura.
Nonostante la scalata del mondo digitale, la resistenza cartacea continua quindi. Lo dimostrano venditori competenti e appassionati che collezionano tesori dal profumo fresco di stampa.
E se volete fare un aperitivo e allo stesso tempo leggere un libro? Dentro al castello potete scovare uno storico bistrot letterario, il San Giustino, accanto al Duomo, dietro la nota biblioteca, rifugio sicuro dopo una sfacchinata tra i negozi dei portici. Sbocconcellare un tramezzino caldo scatena una parata di meravigliose idee per i miei scritti. Come quando assaggi la pizza dell'antico Galeone d'Oro, che provoca un corto circuito esplosivo nella mia ispirazione, o il pesce e altri piatti della tradizione veneziana dell'antica Osteria ai Do Mori, nel vicoletto dietro al teatro, dove si affacciano balconi dalla texture medioevale. Rischierete di gustare il fiore castellano per eccellenza: il radicchio variegato. E sarà amore a prima "vista".
Con questo clima gelido potrete riscaldarvi di fronte alla Pala del Giorgione, dentro al Duomo. Un quadro che con la sua potenza ha sbriciolato i colossi di marmo delle ideologie e ancora oggi possiamo ammirare commossi. Scalda i cuori, così come altre opere pittoriche in questa chiesa museo.
E se siete amanti del caffè e dell'antico croissant al burro dal profumo di fiori d'arancio, una toccata dovete farla alla Caffetteria ai Portici. Vi assalirà il profumo di chicco di caffè torrefatto e macinato al momento, appena varcherete la soglia. Seduti in un piccolo tavolino, sbirciate dalla vetrata. Vi attenderà un Giorgione scolpito in statua, immerso con il basamento nel fossato, con il castello imponente a far da cornice alla vostra foto.
Però non limitatevi a osservarne il muro, anche se splendidamente conservato o ristrutturato. Il sogno più grande dovrà essere quello di attraversarlo, come per magia, costeggiando il grande giardino pubblico, dagli abeti secolari, un posto poetico.
Uscirete poi da Porta Vicenza, e non potrete non sostare alla vecchia Osteria Maniscalco per un cicchetto gustoso annaffiato da un buon prosecco della nostra terra. Per ricordarvi che la vita è davvero bella.
Io mi carico così, d'ispirazioni e idee nella mia Castelfranco. Apprezzo le novità solo dopo aver assaporato la storia, in una lenta e oziosa camminata, terapia d'urto contro ogni sindrome da stress o fretta compulsiva di cui siamo ormai tutti affetti.

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