La vita segreta delle geometrie di una torre

Grumi di case aggrappate tra loro come per paura si ergono all'interno dei tre milioni di pietre che formano le mura del Castello di Castelfranco Veneto. Poi lo slargo, che proietta l'occhio all'orizzonte, verso Borgo Treviso e Borgo Vicenza, attraverso le due meravigliose porte.
Una di esse, sotto la torre civica è un'altra delle eccezionalità della mia cittadina, vanto del suo promoter-nume intellettuale Giancarlo Saran, che ci racconta uno spazio adibito a mostra d'arte, dove fermarsi è d'obbligo. E' di Laura Lo Verso, l'esposizione intitolata "Il paesaggio dei pensieri", e come potevo non andare a vederla?. Io che faccio dei pensieri dei miei pazienti una vera medicina narrativa e dell'arte una cura, eccomi qua, incredula e felice.
La Torre Civica, si trasforma spesso in un'attraente alternativa al cinema o ai musei "famosi", specialmente durante i periodi più gettonati, quando le lunghe file nei luoghi ultra conosciuti rischiano di farvi venire i geloni ai piedi d'inverno o un colpo di caldo d'estate.
Al visitatore inesperto d'arte, consiglio comunque la visione del panorama spettacolare dalla cima della torre civica. Il "panorama" è un'invenzione strabiliante secondo me. Una specie di cinema ante litteram che mostra una Castelfranco eclettica, puntando su scorci inimmaginabili.

Grazie alla rivalutazione e al restauro della torre anche il resto delle mura superstiti torneranno lentamente in auge. E visitarle sarà ancora un'esperienza affascinante, come riscoprire un vecchio libro ingiallito ma unico e prezioso. Anzi, la stratificazione eclettica, con le sue sbavature, per me non fa che aumentare l'interesse di un luogo, perchè lo mantiene vivo evitando la mummificazione museale, che a volte è come un lifting innaturale sul volto di una bella donna.
La torre trasforma l'opera d'arte in un "essere", fulcro di una circolazione vitale dentro e fuori.
La superficie del quadro si fa attiva e aggettante.
Ho scelto il mio preferito, una Venezia vera, città dell'autrice, con quell'aura grigio-azzurra che la contraddistingue e che ha lasciato più di un simbolo dominante a Castelfranco Veneto, a partire dal leone marciano o dal quadrante dell'orologio della Torre.
Salendo, torsioni e protuberanze murali ti proiettano in un involucro articolato, mentre i quadri, sono come corpi lucidi e seducenti che si dibattono per trovare una condizione "altra". Scricchiolii sottili o assordanti suoni di campane ti avvolgono. Ma è difficile silenziare l'inquietudine del talento.
Unico fulcro di curiosità estetica dell'artista, la sua Venezia, che porta la pace a Castelfranco nel 1511.
La peculiarità di Laura Lo Verso è stata quella di vivere la pittura e dipingere la sua vita, come se per lei fosse un'attività naturale e necessaria.

Sentimento, nostalgia, veritiera rappresentazione di una Venezia romantica in una Castelfranco antica, sono le caratteristiche che ho colto e che hanno dato rilievo a tutta la torre, quasi come se la similitudine fosse palpabile. Mezz'ora in un sogno, questa è la mostra sulla torre. E tre euro, il prezzo di un arricchimento culturale impagabile.
Ricordiamoci che le bellezze naturali possono contribuire allo sviluppo economico di una comunità. E noi ce le abbiamo sotto casa. Castelfranco Veneto vi aspetta sulla sua Torre Civica.

Fanni Guidolin

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