Superare la gelosia del passato

“Come te non c’è nessuno”. Non è solo il titolo di una canzone di Rita Pavone, ma anche il mito che ogni nuova coppia di amanti insegue. Fa male pensare che prima di noi ci sia stato qualcun altro. Fa male pensare che il corpo che ora tocchiamo, annusiamo e che a volte entra in noi, sia stato toccato, annusato e sia entrato in qualcun’altra o in qualcun altro. All’inizio di ogni storia d’amore c’è sempre la volontà di riavvolgere il nastro delle relazioni precedenti, di reinventarsi senza spettri del passato. Nel periodo passionale, che dura circa sei mesi, gli amanti vorrebbero la garanzia dell’esclusività, riscoprirsi vergini di ogni avventura. Dopo il primo periodo sopraggiunge la gelosia retrograda, un sentimento basato sull’interesse eccessivo per la vita passata del partner. Soprattutto sulla sfera sessuale. Allora caccia agli indizi con ansia e tristezza quando si scopre qualche altarino. “Ma quella lo faceva meglio di me?”. Quella posizione riuscivi a farla con lui?”. “Ma lui ce l’aveva più grosso del mio?”. Come se la qualità della relazione si basasse principalmente sui centimetri del pene e le posizioni del kamasutra. È solitamente la donna a porre domande sul passato di lui, a volerlo evocare (masochisticamente) come frecce dolorose sul cuore. “Ma la tua ex lo faceva sul tavolo della cucina ?”. “Metuendum semper esse scias, quem tutum velis” scriveva Pubililio Siro. Se vuoi vivere sicuro, sta sempre in guardia. Io dico rideteci sopra se potete, a volte lo humor è il miglior antidoto alla gelosia, trasformando il risentimento in complicità, come scrive Osho. E poi non si dovrebbe mai riscrivere la stessa storia. E non si può nemmeno scendere a compromessi con il passato. Si deve solo voltare pagina, e lasciare alle spalle le insicurezze che non sono altro che le voci dei bambini che siamo stati, e che vogliono riemergere. Contro la scarsa autostima però, nessun partner riuscirà ad essere rassicurante. Neanche se indossando l’ultimo baby doll della Intimissimi ci dicesse che siamo le più belle del mondo. Forse una capatina dallo psicologo io la consiglierei.

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