Contro la droga, le azioni nobili delle associazioni

E' stato grazie a Don Carlo Breda che l'iniziativa di prevenzione contro la droga, rivolta ai ragazzi dell'Istituto Galileo Galilei conosciuto come IPSIA di Castelfranco Veneto, si è potuta realizzare. Coinvolta l'associazione genitori lotta alla droga AGLAD, con sede a Castello Di Godego, presieduta da Annamaria Baldin e alcuni ragazzi usciti dal tunnel della tossicodipendenza, dopo un percorso di recupero a San Patrignano, comunità con la quale Aglad collabora. "Sono 350 i ragazzi aiutati nel nostro territorio da AGLAD, e altrettante famiglie, negli ultimi vent'anni. Tra gli obiettivi dell'associazione vi sono appunto gli incontri nelle scuole". Esordisce così la signora Baldin, in prima linea nella lotta alla droga. "Ma ne abbiamo persi anche molti, morti imprigionati in questa gabbia tremenda", ci dice con lo sguardo a terra, "laddove i genitori non hanno saputo ammettere di avere un figlio tossicodipendente e, con umiltà, chiedere aiuto per mettere in atto alcuni comportamenti.

Due insegnanti di religione, il Prof. Breda e il Prof. Libralato hanno proposto incontri con 6 classi seconde, suddivisi in tre appuntamenti. Due ore di ascolto di vita vissuta in prima persona, raccontata da chi ce l’ha fatta ad uscirne , partendo dall’uso di sostanze, che lentamente ha travolto la loro vita , delle loro famiglie e di tutte le relazioni amicali. E la rinascita. 

Non solo i racconti da parte dei giovani ma anche della presidente Baldin che come genitore ha raccontato dapprima la sua personale esperienza e che poi ha voluto mettersi a disposizione di altri genitori che si fossero trovati nella sua stessa situazione attivandosi a costituire l'Associazione Genitori Lotta Alla Droga A.G.L.A.D perché i ragazzi da soli senza il coinvolgimento attivo non c’è la possono fare. Dal disagio personale e non esternato all'utilizzo delle prime canne tranquillanti, fino alle droghe più pesanti, il salto è davvero breve nella fragilità che caratterizza anche l'età adolescenziale. 

Un breve filmato animato ma senza parole, proiettato all'inizio degli incontri, ha mostrato come sia distruttivo iniziare a fare uso di sostanze senza consapevolezza. 

Gli studenti e le studentesse sono stati partecipi e molto attenti ai racconti di vita stravolta e difficile. Hanno posto domande e si sono confrontati anche sulla legalizzazione della cannabis, sulle convinzioni del ritenere innocua una canna, sui risvolti penali a seconda delle età, sui commerci internazionali, su come sia avvenuta la riabilitazione a San Patrignano. Non sono mancati riferimenti ai disagi e bisogni che vengono a mancare in questa fase della loro giovane età, ma in modo sfumato perché difficile sarebbe stato parlarne pubblicamente.  

"I ragazzi sono informati sulle droghe, le conoscono alla perfezione, ma non conoscono gli effetti collaterali, il vincolo di dipendenza che si instaura immediatamente per qualcuno, il desiderio di provare dell'altro", afferma la Presidente. "E soprattutto non sanno come uscirne", aggiunge Marta, ex tossicodipendente ora a disposizione dei ragazzi in difficoltà insieme a Grejce. "Hanno estremo bisogno della famiglia", continua Alessandro, anche lui da poco uscito dalla Comunità di San Patrignano. "Perchè i ragazzi col cavolo che vogliono andare in comunità, ma se la famiglia fa muro e si pone quell'obiettivo, prima o poi riesce a convincerli a dare una svolta alla vita" aggiunge Paolo. 

E' un lavoro duro quello del genitore. E quando nella famiglia c'è un figlio tossicodipendente, vengono a crollare tutti i ponti relazionali. Un disastro totale. L'associazione Aglad permette a genitori in difficoltà di capire come agire, cosa fare, insegnando in primis a cambiare se stessi e alcuni comportamenti, per poter aiutare poi i figli.



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