La generazione degli "Spenti"

La chiamano la generazione degli spenti. Qualcuno prima di me li ha definiti gli sdraiati (M. Serra) io "indivanati", gli adolescenti della generazione "z". Ma tra gli spenti ci sono anche molti adulti, senza creatività, o senza occasioni per stimolarla. E poi troviamo “diversamente giovani” che creano profili social accattivanti e coinvolgenti e paradossalmente giovani senza idee che usano i social solo per fare sexting. Gli "spenti" non hanno obiettivi ne’ idee. Hanno venti, trenta ma anche cinquant'ani. Non prendono iniziative, ne’ terapie per la noia imperante. Nemmeno quando il loro “concetto a posteriori”, per usare un'espressione di Bonolis,  chiede pietà. Ma sanno benissimo affossare chi, al posto loro, si è autorealizzato e costruito una identità. Gli "spenti" brancolano nel buio, con poche relazioni e un linguaggio povero di argomentazioni. Spengono i riflettori di chi vive di luce propria. Invidia, scarsa autostima, noia, colpevolizzano chi riesce a trovare uno spazio di auto realizzazione piuttosto che fare qualcosa per emergere. 

Matteo, tredicenne, ha le idee chiare sul suo futuro. Ha i riflettori puntati. Lui avrebbe bisogno di essere solo spinto in avanti e non trattenuto indietro da chi non ce la fa, solo perché si trova in una classe di spenti. “Voglio fare lo stilista”. Delinea così Matteo, il suo cammino. Peccato che tra i suoi professori solo uno abbia capito come aiutarlo a tirare fuori il suo talento e la sua propensione. Già noto come musicista non ha il coraggio di fare coming out. Il pregiudizio lo attanaglia in una morsa stretta. 
Chiara ha 10 anni e dice di amare i ragazzi, il gioco del calcio e i capelli corti. Dipinge e legge moltissimi libri. “Nessuno dei miei compagni di classe ama leggere. Mi chiamano secchia.” Gli spenti stanno spegnendo anche lei, che comincia a manifestare noia e apatia anche nell’andare a scuola. Poi c’è Giulia, quarant’anni, che vuole licenziarsi perché troppo brava. Ha deciso di lavorare in proprio e diventare padrona di se stessa piuttosto che lasciarsi contagiare dai colleghi "spegnitori di fiamme". E infine Sergio, sedici anni, chiuso in casa da quattro anni, con genitori spenti che assecondano la sua adolescenza svampita scolorandone anche gli sfumati contorni. Servono gli stimoli giusti ma anche incontrare nella vita, chi te li possa presentare, far emergere. Servono adulti d'esempio affinchè più giovani sappiano diventare dei team leader per i loro coetanei. Come ImenJane, appena venticinquenne,  che su Instagram parla di economia e politica con le chiavi dell'accessibilità o come Don Alberto, ventisettenne che parla di valori attraverso le sue stories nei social, tra reels ed effetti musicali speciali. Ma il capitale prezioso della società civile, come scrive Profumo, ha bisogno dei media per poter far emergere i motivati e pieni di energia imprenditori sociali. Dove puoi imparare a fare una ghirlanda di fiori seguendo le stories della fiorista di campagna e poi arrivare ad aprire una fioreria tutta tua, con il know how hand made, o una seconda lingua, in cinque minuti al giorno, come si è inventata Norma. Un posto dove la creatività possa sbocciare e gli spenti comprendere, come si accende la loro lampadina. 
Fanni Guidolin 
Enterostomista Specialista nella riabilitazione delle disfunzioni del pavimento pelvico

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