Cerco un biglietto da visita: una rotatoria fiorita

Per una amante del verde come me le meravigliose aiuole di accoglienza sulle rotatorie agli ingressi delle città catturano sempre la mia attenzione.

Qualcuno, esagerando con il ferro battuto da’ il benvenuto rubandoti un "Wow!"; qualcun altro espone semplicemente l’ultima varietà di rose ibridate dal maestro inglese miste a qualche cespuglio di Abelia, e qualcun altro, pianta ciuffi di perenni che ogni anno danno segno della loro splendida esistenza. Nella foto che ho postato, grazie ad una donazione, il comune di Milano ha potuto abbellire una rotatoria nascosta e spenta. Ma le piante si sa, vanno curate, potate, annaffiate, seguite e amate. Le aiuole agli ingressi  delle città o piccoli borghi, sono un biglietto da visita non solo per chi vi abita ma per tutti coloro che ci arrivano. A sorpresa potreste essere rapiti da una follia green contagiosa.

Se al visitatore amante dei parallelepipedi in cemento poco cambia tra un’aiuola incolta con sterpaglie ed erbacce e un’aiuola fiorita di tutto punto con iperico giallo e salvia officinalis dai fiori viola, alla sottoscritta è scattata una vera e propria mania. La ricerca del bello, dello stile e del nome di quell’architetto paesaggista che fa bella la sua città mi entusiasma. Non parlo di quei rari esempi di eclettismo di stili e mania di grandeur, ma di poter transitare in una rotatoria guardando un’aiuola cambiare pelle con le stagioni, colore, arbusti o fiori. Per reminiscenze meno voluttuose e più intellettuali, un praticello green da poter fotografare, anche con un solo alberello in centro (purchè importante) che delimiti con grazia ed eleganza i confini con la periferia. 

Tutti dovrebbero soffermarsi un attimo abituando l’occhio ad osservare. 

Ancora di più le aiuole delle rotatorie mi attraggono la sera, quando, con giochi di luce, i riflettori vengono puntati sulle piante protagoniste.

In un piccolo paesino della mia campagna la rotonda è stata curata da un garden center  locale. Niente male come idea. In cambio il venditore espone il suo nome. Ottima strategia comunale e, visti i tempi, potrebbe essere presa in considerazione da tutti. Non è affatto carino entrare in una bella città d’arte e di storia ed essere accolti dalla gramigna o setaria dimenticate da tempo. Chi lo recupera quel povero bosso sottostante amato solo dalla piralide che se lo pappa in un giorno?. Allora spero che questo articolo sia un piccolo monito per i comuni che ancora non hanno pensato al loro biglietto da visita. Sarò mica l’unica greenlover del paese ?

O forse non ho capito che trattasi della filosofia di Jean-Jacques Rousseau. Prevedeva il trionfo della natura disordinata insieme a segni di luoghi e civiltà di un tempo, tra i ruderi. 


Commenti

SCRIVIMI SE VUOI

Nome

Email *

Messaggio *